Filtro e contesto nella comunicazione

Il filtro della nostra interpretazione dei discorsi altrui siamo noi stessi.

Pulire il filtro non è facile, troppi sono gli interessi, le conoscenze o non conoscenze,

i desideri,  i pregiudizi o la mancanza di esperienza.

Lo spiega bene questo significativo brano

Guardando dalle Mura

“Chi sono io?” chiese un giorno un giovane ad un anziano.

“Sei quello che pensi” rispose l’anziano. “Te lo dimostro con una piccola
storia”.

Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto, si videro sulla linea
dell’orizzonte due persone che si abbracciavano.

“Sono un papà e una mamma” pensò una bambina innocente. “Sono due amanti”
pensò un uomo dal cuore torbido. “Sono due amici che s’incontrano dopo molti
anni” pensò un uomo solo.

“Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare” pensò un uomo avido di
denaro.

“E’ un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra” pensò una
donna dall’animo tenero.

“E’ una figlia che abbraccia un padre di ritorno da un viaggio” pensò un
uomo addolorato per la morte della figlia.

“Sono due innamorati” pensò una ragazza che sognava l’amore.

“Sono due uomini che lottano all’ultimo sangue” pensò un assassino.

“Chissà perché si abbracciano?!” pensò un uomo dal cuore asciutto.

“Che bello vedere due persone che si abbracciano” pensò un uomo di Dio.

“Ogni pensiero” concluse
l’anziano, “rivela a te stesso quello che sei, esamina di frequente i tuoi
pensieri, ti possono dire molte più cose su di te di qualsiasi maestro”.

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Proprio riflettendo su questo brano, pensavo a quante diverse
interpretazione può essere soggetta una frase da noi detta in modo un pò
vago, secondo l’animo della persona che l’ascolta.

Se io dico per esempio “il Signore è buono” a uno che mi dice che gli è
morto il padre, a ragione può pensare che io ce l’avevo con suo padre.

Insomma anche il contesto è molto importante per condizionare una
interpretazione.
Per questo:
<<Non tutto ciò che un uomo sa può essere svelato,  né tutto ciò che egli
può svelare
è da considerarsi opportuno, né ogni parola opportuna può essere
reputata adeguata alle capacità di chi ascolta>>.
[Spigolature di Baha’u’llah, LXXXIX, § 3].

Infatti chi ascolta potrebbe essere in una situazione tale da non poter
interpretare correttamente ciò che viene detto.

Del resto quante  barzellette sugli sbagli di  interpretazione!   E quanti
litigi!

Quasi quasi chiudo con una barzelletta sull’argomento:

“Sono stati pubblicati i sondaggi di un recente sondaggio della FAO rivolto
ai governi di tutto il mondo.

La domanda era :

“Dite onestamente qual è la vostra opinione sulla scarsità di alimenti nel
resto del mondo;

– gli europei non hanno capito cosa fosse la scarsità

– gli africani non sapevano cosa fossero gli alimenti

– gli americani hanno chiesto il significato del resto del mondo

– i cinesi hanno chiesto maggiori delucidazioni sul significato di opinione

– il governo …………….(non posso dirlo, interpretatelo voi come
preferite :-)) sta ancora discutendo su cosa possa significare l’avverbio
“onestamente”

Vedete come è difficile interpretare anche una sola frase!

Maria

Riflessioni sull’Arte

Dall’osservazione della opera di Vivian Maier all’Arengario a un commento generale sull’arte e infine sulla “nostra” arte .

VALORE DI UN OPERA D’ARTE

Sappiamo che l’opera d’arte ha un doppio valore, uno economico e uno intrinseco, molto frequentemente non proporzionali tra loro.  Possiamo prendere come esempio l’opera di Vivian Maier Maier. Vivian Maier (New York, 1º febbraio 1926 – Chicago, 21 aprile 2009) è stata una fotografa statunitense, della cui attività artistica si sapeva ben poco fino a pochi anni prima della scomparsa.

Benchè le sue fotografie fossero espressione artistica, ebbero scarso valore economico durante la sua vita, tanto è vero che per il suo mantenimento non si occupò d’arte, ma dei bambini, era infatti una “tata”

VISITA A UNA  MOSTRA E STORIA DELLA MAIER

Dall’8 ottobre 2016 all’8 gennaio 2017, l’Arengario di Monza ospita la mostra Vivian Maier: Nelle sue mani.

CARATTERISTICHE DELLE FOTO,  COMUNANZA E UNIONE

Le fotografie della Maier hanno la caratteristica che tutte le opere d’arte devono avere: sono inquadrate alla perfezione. La M. in questo dimostra un vero talento, il talento della fotografa.

Ma ciò che mi ha colpito non sono tanto le foto, che sono particolari di vita quotidiana in tutti i suoi aspetti, quanto la percezione di una unione  tra me e la persona che quelle foto aveva scattato.

Ormai le foto bellissime, interessanti, ben fatte sono direi milioni. Con il progresso della tecnica fotografica, basta avere un po’ d’occhio e anche una foto inizialmente difettosa può diventare bella.

Mi ha colpito il rivivere la sua vita con lei, una persona nata nel 1926, morta in povertà nel 2009, che ha vissuto mantenendosi con il suo lavoro di bambinaia senza avere una famiglia propria.  Con i suoi occhi io ho rivisto un altro mondo

E l’ho ricordato.

Io e lei siamo state vicine sovrapponibili direi nel guardare i particolari della vita che lei aveva vissuto e nel trovare il piacere di guardarli. Il suo piacere è rivissuto nel mio.

Ebbene l’arte è anche questo, una comunicazione, una unione,  senza parole.

Ma non solo, è un’ impossessarsi della vita, di quel piccolo brandello di vita che ci appartiene, assaporarne le forme e i colori.

ESSENZA DELL’ARTE :  COMUNICAZIONE, GUSTO DELLA VITA, ma anche

CONNESSIONE CON IL “DIVINO” ATTRAVERSO L’ARMONIA (accenno a Hegel nota 1), RICERCA

Benchè l’arte sia comunicativa, nel momento in cui l’opera si crea, l’artista non ha il fine di comunicare, ha il fine di raggiungere l’armonia delle forme e dei colori, e raggiungendo questa armonia è come se permettesse all’animo di connettersi con un mondo superiore.

Fin che non trova questa connessione c’è nell’artista la concentrazione e nei casi limiti la sofferenza.

La M. è morta, ma è rimasta questa connessione della la sua opera con il mondo superiore ed intimo dell’esistenza.

Così è per tutti noi, che operiamo nel campo dell’arte, non siamo famosi, non faranno con le nostre opere la Mostra all’Arengario, non costeranno centinaia di euro, ma quel che importa è questa connessione che ci permette l’Arte , questa connessione con l’Armonia della vita. Armonia che può anche essere tragica, dolorosa, triste o serena, ma che è la lente magica che ci permette di guardare la vita un po’ dall’alto, con un po’ di distacco.

DISTACCO E POSSIBILITA’ DI INTERCOMUNICAZIONE

E proprio questo distacco permette a un’ altra persona di entrare nel nostro mondo e a sua volta di meditarlo.

L ‘arte ha un aspetto intuivo universale, e un aspetto culturale: il linguaggio, che si basa sullo stile, sulla sua forma.

IL LINGUAGGIO

Lo si comprende? Non lo si comprende?   Ogni comunicazione avviene attraverso un linguaggio che ha la sua tecnica espressiva.

Chi non conosce l’italiano non comprende chi parla italiano, ma deve accontentarsi capire attraverso i gesti comuni a tutti. Lo stesso è il linguaggio dell’arte. Bisogna conoscerlo, approfondirlo.

UNIVERSALITà  ATTRAVERSO L’OGGETTO

Tutti se vedono dipinto il sole sanno riconoscerlo, ma il sole è stato rappresentato in moltissimi modi diversi, e ogni modo è espressione di un linguaggio, che bisogna conoscere per apprezzare tutto quel che l’opera d’arte ci può dare.  Su questo linguaggio dell’arte si può scrivere un intero libro, perché è strettamente connesso alla storia del periodo che l’ha prodotto. C’ è il simbolismo, l’astrattismo, il realismo, c’è un mondo da scoprire. Ma torniamo a quel che non ha bisogno di esprimersi in un linguaggio.

UNIVERSALITA’ ATTRAVERSO L’ARMONIA

Oltre al soggetto, quel che tutti possono percepire, se ne hanno le doti,  è l’armonia delle forme, che è l’altro elemento universalmente unificante, la nostra connessione con il “divino”.

LE OPERE PRESENTI E LA FANTASIA E LA CREATIVITA’

Ogni opera qui presente dei nostri soci è un’ opera d’arte, perché nasce dalla loro osservazione della realtà reale o astratta che sia, oppure dalla loro fantasia, e dal loro desiderio di trascendere la realtà stessa mediante un lavoro di perfezionamento delle forme.  Fantasia, immaginazione un altro mondo che si apre per definire cosa sia l’arte, soprattutto non “fotografica” nel senso letterario del termine: la pittura, la poesia , la musica ed ogni forma di creatività.

Io lo ammetto, c’è stato un momento che mi sono chiesta: Con tanta sofferenza e disagio nel mondo perché “perdere tempo” in queste cose.  E mi è sembrato che l’arte fosse un gioco da bambini. Per un po’ di tempo me ne sono allontanata.

FUNZIONE DELL’ARTE

Ho capito poi che non è un gioco, ma è una consolazione, un riposo dopo la guerra, un guardare il cielo sereno dopo un temporale violento, un balsamo dell’animo.

Anche se non è riconosciuta dal mondo intero, anche se le nostre opere non andranno all’arengario, l’arte, come per la Maier serve a noi,

per vedere il divino dove c’è la materia,

per vedere di noi la nostra anima,

per cogliere con la nostra fantasia una scintilla della creatività della vita

per vedere l’armonia dove c’è la morte,

Cosa è l’ ARMONIA:  è un momento di equilibrio, di pace in una realtà che cambiando continuamente è movimento, scontro e ansia.

L’ARTE HA QUINDI ANCHE UNA FUNZIONE TERAPEUTICA

Nota 1

o spirito assoluto

Si scandisce, ancora una volta, in tre momenti: arte, religione e filosofia.

  1. Nell’arte l’Idea si coglie ancora avviluppata in un involucro materiale, il contenuto (l’Idea) è racchiuso in una forma (materiale):
      a seconda di come si rapportino contenuto ideale e forma materiale Hegel distingue tre tipi di arte:

    • simbolica, in cui l’Idea è come sommersa dall’involucro materiale-oggettivo:
    • classica, in cui si raggiunge un equilibrio tra forma e contenuto (Hegel apprezza molto la bellezza dell’arte classica, e in èparticolare greca, quale vertice estetico insuperabile);
    • romantica, in cui la soggettività creativa tende a prevalere sulla oggettività materiale, per cui la forma trabocca del contenuto, che sempre meno ne soporta le regole e i vincoli; si prefigura, al termine della parabola dell’arte romantica (non limitata peraltro a ciò che comunemente si intende con tale espressione) una fine dell’arte, che deve trapassare in forme più alte e adeguate di autocoscienza spirituale.