Comunicazione nell’arte africana

L’Arte Negro-Africana è contemporaneamente tecnica e visione, artigianato e
profezia, identità di gesti materiali e di forze spirituali; è una
immersione nelle sorgenti divine dell’essere, e ripresa di contatto
dell’uomo con la natura.

Il fulcro degli interessi che ispirano l’arte africana è
costituito dalla rappresentazione della vita, intensa, forte, dinamica, in
quel rapporto di umano e sopra umano, di sensibile e sovrasensibile, che
sempre è presente nell’artista e nella sua comunità tribale.

Nell’arte africana, la realtà del mondo e la vita umana sono sempre
considerate in rapporto con la religione e la società: essa mette a contatto l’uomo con il
divino e racconta la storia della tribù , ne trasmette le credenze e i
valori, ha una funzione educativa.

Non è un’arte razionale, ma intensamente emotiva,
e si serve di elementi figurativi non per comprendere e studiare il
reale, ma per esprimere emozioni.

Essa è intensamente comunicativa e simbolica.

Non ama la forma armonica e aggraziata, frutto dell’intelletto o
del gusto estetico delle proporzioni, ma l’evidenziazione degli elementi che
considera essenziali.
Ogni sua sproporzione rispetto al reale ha un
significato simbolico.

Si esprime soprattutto nella scultura per la sua
incisività, la composizione è generalmente simmetrica, le figure sono
deformate, la linea è essenziale, le forme sono tendenzialmente geometriche
ma non razionali, il colore naturale, le campiture piatte o variegate. Non è
considerata la prospettiva e la luce. Il chiaroscuro non segue leggi
naturali.

Il Potere delle parole nella Comunicazione

Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:”Sono cieco, aiutatemi per favore”. Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.Il pubblicitario rispose: ”Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altromodo”. Sorrise e se ne andò.Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:“Oggi è primavera e io non posso vederla”.

SCRITTO DA JENNY PEROTTI IL MAGGIO 11, 2010