LINEA E CONCEZIONE DI VITA
La linea dunque è diversa secondo la concezione che l’artista ha dell’uomo e del mondo, secondo la sua mentalità, il suo mondo, il suo modo di vivere e, per raggiungere la massima evidenza di quanto detto, poniamo a confronto il tipo di linea di un pittore medioevale e il tipo di linea di Van Gogh.
Appare evidente come la linea esprime due mondi direi opposti e nessuno si scandalizzi del confronto, giacchè il linguaggio figurativo è universale e possiamo quindi confrontarlo e trovarne le differenze anche se di varie epoche.
LINEA GEOMETRICA NELLE FIGURE
Nel primo la linea segue una tracciati rigorosamente geometrici. Questa astrattezza geometrica ha un suo significato storico, cioè derica dal fatto che non è la realtà ad interessare l’artista, ma lo spirito che dietro questa realtà si cela e che è astratto appunto come astratti sono la geometria e la matematica. Questo è un affresco dell’età medioevale e ci ricorda molto quei monaci benedettini che si ritiravano dal mondo per vivere in panoramicissimi conventi. Vivevano una vita ordinata di lavoro e di preghiera, ma il loro lavoro consisteva soprattutto nel copiare gli antiche manoscritti, soprattutto quelli sacri e la Bibbia.
L’astrattezza del disegno riflette quindi una reale astrattezza di vita, anche se quei monaci sapevano all’occorenza ben difendersi dagli attacchi nemici: erano rudi, privi di raffinatezze. La linea non certo raffinata e sensibile ci rivela anche questo.
LA LINEA TORMENTATA
Van Gogh La ronda dei prigionieri.
In questo dipinto la linea pare non trovi pace, cambia continuamente direzione. Non solo, ma il contrasto intimo, il tormento interiore si traduce in un contrasto di linee: curve continue all’interno, diritte e spezzate all’esterno del cerchio.
Anche se Van Gogh ha copiato il disegno da una stampa è possibile sottolineare la diversità di cultura che sta alla base dei disegni, dove il secondo esprime tutta la problematica dell’uomo moderno, senza più una certezza di fede, abbandonato a se stesso anche dalla società.
L’INDIVIDUO E IL CAPITALISMO
La ronda dei progionieri è del 1890: l’individualismo del capitalismo europeo era si può dire nel culmine e se molti potevano fare la parte dei lupi erano ancor più quelli i cui problemi si facevano sempre più gravi.
L’antico ruolo sociale della Chiesa, la sua presenza nella società attraverso la carità era stata messa in crisi dagli espropri che la Chiesa aveva dovuto subire quasi ovunque nel XIX secolo. La sicurezza della fede era stata messa in crisi dalle recenti teorie marxiste, che se facevano sperare nella rivoluzione non portavano alcun conforta davanti alla morte. L’uomo debole era realmente solo e niente lo esprime in modo più allucinante della linea di Van Gogh.
LA LINEA CHIUSA
La linea di Van Gogh ha qualcosa in comune con quella di Michelangelo: è una linea chiusa (ossia racchiude il corpo o l’oggetto senza soluzione di continuità). Si può dire che essa è tipica di quei pittori che pongono al centro della loro pittura l’uomo, isolandolo dai suoi rapporti con gli altri o con la natura stessa.
Anche quando la natura è il soggetto del dipinto essa viene percepita non realisticamente, ma soggettivamente e la linea domina con la sua espressività.
LA LINEA APERTA
La linea aperta ( e qui intendo una linea che sia solo confine di campiture e si presenti in modo diverso in alcuni tratti molto evidente, in altri assai incerta) è caratteristica di quei pittori che previlegiano il rapporto con la natura. Leonardo e gli Impressionisti ad esempio. Evidentemente la loro realtà è meno drammatica ed egocentrica. La loro pittura previlegia altri valori. Occorre aggiungere però che il dramma è ottenibile non solo con la linea, ma anche con il chiaro-scuro. Il dramma comunque sarà di natura diversa, più individuale quello ottenuto con la linea, più “sociale” o universale quello ottenuto con il chiaroscuro. Estremamente drammatica in questo senso la pittura del Caravaggio.
Ma ciò che può esprimere l’uso della linea è molto più vario e complesso. Vorrei mettere a confronto l’uso della linea curva di due epoche diverse: il ‘300 senese e l’epoca barocca. In questo confronto si può osservare le conseguenze del suo uso date dalle situazioni sociali e politiche delle due epoche.
LA SOCIETA’ SENESE
La società senese del ‘300 negli alti ranghi è una società estremamente ricca e raffinata. Ricca non solo economicamente, ma anche culturalmente e il Petrarca ne è l’interprete più qualificato. Accanto alla visione della vita sotto l’eminente aspetto religioso, tipica del Medioevo, c’è anche una visione più mondana ed a essa è connesso un nuovo gusto. C’è il culto della bellezza.
“Il Bello che si vagheggia ha una linea elegante, armoniosa, ricca di grazie e di decoro, mentre le abitudini si fanno ogni giorno più raffinate e si va in cerca dello splendido, del suntuoso. Posto nella bella natura, circondato di cose belle, l’uomo cerca di realizzare una armonia interiore che renda manifesto come bontà e bellezza coincidano e siano l’una e l’altra segno di Dio.”
LINEA E COMMITTENZA
Questa citazione è tratta da un libro di storia della letteratura: Petrocchi pag. 178 ma serve benissimo a commentare la dolce linea di Simone Martini, interrotta solo da elementi geometrici propri della perfezione del divino. Essa è melodiosa e aggraziata, fatta per un vertice sociale che paga i suoi artisti e in cambio ne vuole qualcosa che addolcisca la vita. Non è che a quei tempi non esistevano i conflitti, che anzi, se non c’erano guerre mondiali, c’erano pesti bubboniche e altre disgrazie. La la pittua li ignora volutamente perché l’interesse della committenza che l’artista accontenta magnificamente è altrove.
Un altro esempio evidente dell’interesse della committenza sulla linea, interesse di cui l’artista è magnifico interprete è la decorazione delle cupole all’epoca della Controriforma
LINEA E CONTRORIFORMA: LA LINEA MERAVIGLIA
In quest’epoca la Chiesa è impegnata in una grande opera propagandistica per la fede.
Deve distogliere il fedele dal suo interesse per il mondo ormai ritrovato dopo l’esperienza del Rinascimento e convincerlo che la sola realtà che importi è quella celeste.
Immagini Cupola del Duomo di Parma del Correggio
Questa cupola fu eseguita nel terzo decennio del ‘500, quindi nel clima che portò alla Controriforma. Questa cupola è molto importante perché poi fu presa ad esempio delle successive decorazioni delle cupole.
Le linee compositive formano grandi cerchi che si restringono verso il centro dove campeggia la Vergine Assunta. Le linee della figurazione sono onde continue agitate senza sosta come se desiderassero una pace che solo in centro si può raggiungere. E’ una linea che meraviglia lo spettatore per le sue continue evoluzioni, per la sua fantasia senza fine, per la sua spettacolarità.
Essa deve colpire il fedele, convincerlo del miracolo della Assunzione, convincerlo che l’evento è straordianario con la sua stessa straordinarietà. Mai prima di allora si era vista una linea tanto complicata e avvincente. Da questa linea nasce il barocco.
LINEA BAROCCA E LINEA SIMBOLICA
All’opposto di questa linea così coinvolgente, si potrebbe porre la linea simbolica.
Mentre la linea barocca tende a far dimenticare la ragione e la logica e di coinvolgere il sentimento, di provocare insomma una emozione mostrando in modo visivo la realtà di cui deve convincere, perché l’arte barocca si rivolge al popolo, alla persona semplice, a tutti, l’arte simbolica si rivolge a una élite di persone che sanno riconoscere i simboli: essa è molto rigida e distaccata.
Naturalmente questo senso di distacco, di astrazione è dato dalla linea, che non è in forme aperte e continue, ma in forme chiuse, spesso geometriche e ripetitive.
Si presenta molto spesso in grandi dimensioni per dominare quasi sullo spettatore. Arte di questo tipo, generalmente, è quella ufficiale di grandi imperi, che tengono a stabilire un distacco tra il sovrano, la classe dirigente e sacerdotale, e il suddito. La linea non imita i contorni delle cose reali, ma segue percorsi prestabiliti non dall’artista, ma spesso dalla classe al potere.
Un esempio di questa arte è l’arte egizia
Il giudizio dell’anima.
Oppure l’arte bizantina di San Vitale a Ravenna
In questo tipo di arte il potere è sufficientemente in grado di imporsi con la forza e non ha bisogno dell’arte per convincere.
Essa presenta i suoi simboli in forme geometriche per metterne in evidenza l’assolutezza, ciò che propongono è vero in quanto assioma matematico, e poco importa che il fedele capisca, esso deve solo credere e ubbidire.
Persino nel fascismo abbiamo forme analoghe.
Inutile dire che ogni disegno è un simbolo e la linea è trattata nello stesso modo in cui la trattiamo per fare operazioni matematiche.
DALLA LINEA SIMBOLICA (SCRITTURA) ALLA POESIA VISIVA
La linea simbolica e convenzionale per eccellenza è la scrittura e anche la scrittura è entrata nell’arte: si chiama poesia visiva.
Abbiamo poesia visiva antica e poesia visiva moderna.
Nel Medioevo l’uso di ingrandire certe lettere ha valore simbolico, generalmente erano ingrandite le iniziali di nomi importanti, o la prima lettera della pagina.
Si pone così in rilievo la concezione dell’autorità e della non uguaglianza, sia in campo sociale che religioso.
POESIA VISIVA ANTICA
Inoltre certe lettere, certi numeri, certe composizioni avevano valore magico oltre che simbolico.
Cioè l’arte di decorare le lettere non era fine a se stessa, ma acquistava un valore che andava oltre la semplice apparenza.
POESIA VISIVA MODERNA
Nella poesia visiva odierna questo senso è del tutto scomparso. Solo per i superstiziosi certi numeri portano bene o male, ma in genere la superstizione non è più accolta in campo artistico.
Oggi giorno l’uso della scrittura quale elemento puramente astratto e decorativo, cioè non della linea che ha forme simboliche di cui l’artista non fa alcun conto, come ad esempio nell’arte postale, ha senz’altro questo significato: riceviamo troppi messaggi a tal punto che non riusciamo più a seguirne tutti i significati.
Sono così tante le notizie che ci trasmettono oggi le lettere dell’alfabeto che quasi conviene guardarle senza leggerle, dal momento che selezionarne i contenuti sarebbe un lavoro lungo e difficile.
Ecco quindi un quadro di lettere senza significato.
Questo uso della linea esprime anche l’incapacità dell’uomo di massa di leggere il vero contenuto che si cela dietro un messaggio.
LA BIBBIA E LA SCRITTURA
Che c’è infatti dietro un discorso politico? Ci sono frasi anche nella vita di relazione che letteralmente significano una cosa, ma in realtà esse sono solo formali.
Gli spot pubblicitari stessi che ci assillano dicono o scrivono cose vere? Che c’è di vero dietro una scrittura?
Se voi guardate le lettere di una poesia visiva, oppure molte lettere dei messaggi quotidiani, dalle seconde non ricaverete niente di vero, almeno le prime sono belle.
Evidentemente la poesia visiva, queste linee che imitano i simboli senza essere simboliche, che “prendono in giro” noi stessi sono frutto della nostra società.
Una volta la Scrittura era la Bibbia, ora la scrittura pura forma perché l’uomo non ha più certezza di fede.
LIBERTA’ E VARIETA’ DI FORME NEL PASSATO
E a proposito della nostra società, del nostro secolo la linea dice moltissimo.
Soprattutto ci dice una cosa: che l’artista è diventato libero di esprimersi quanto mai lo era stato in passato. Fino all’Impressionismo non erano molte le correnti stilistiche che potevano contemporaneamente esistere, e molto spesso si trattava di stili del passato che permanevano insieme a quelli più moderni ed espressivi, pittori che ripetevano vecchie forme che dipingevano contemeporaneamente a pittori più attuali o addirittura rivoluzionari.
Ma il pittore rivoluzionario di una volta, Leonardo, Michelangelo, Giorgione ecc. era subito ben accolto, perché la sua rivoluzione non era solo espressione di se stesso, ma di tutti, di tutta la società.
LIBERTA’ MODERNA
Oggi siamo tutti degli individualisti, ognuno di noi si sente diverso dall’ altro, ecco perché ci è così difficile riconoscere subito il grande pittore rivoluzionario, quello che esprime ciò che sentiamo noi di diverso rispetto quello che sentivano le generazioni precedenti.
Dopo l’Impressionismo dunque gli stili delle linee diventano moltissimi e notevolmente diversi gli uni dagli altri: vediamo quello che esprimono.
BOCCIONI E LA LINEA A CUNEO
Dinamismo di un ciclista 1913 Collezione Peggy Guggenheim Venezia
Boccioni esprime movimento e potenza attraverso un insieme di linee disposte spesso a cuneo, sono due linea oblique convergenti che fendono lo spazio. Sono usate anche nel design di automobili per metterne in evidenza la potenza.
Quale società dietro Boccioni? L’Italia dello sviluppo dell’industria e della crescita delle città, spesso caotica, ma potente. Le linea dinamica, saliente, spezzata, fuori della tradizione esprime questo ambiente in evoluzione spesso disumano.
LINEA ESPRESSIONISTA
L’urlo di Munch 1910 Museo Munch Oslo
Negli espressionisti la linea acquista un valore comunicativo eccezionale.
Alla sua prepotenza si affida quel messaggio di ingiustizia che perseguita l’uomo, al suo stridore il messaggio di angoscia, alla sua improvvisazione il messaggio della prepotenza dell’inconscio che si manifesta schaicciando la razionalità dell’uomo.
La linea dell’espressionismo non trasmette messaggi attraverso simboli, ma attraverso il suo essere di volta in volta straziante, ossessivo, pungente. Essa è la linea dell’istinto alla vita dell’uomo che grida contro la sopraffazionedella macchibna e della guerra.
E’ una linea anti-sociale che rompe ogni schema, ogni consuetudine perché l’individuo è sopraffatto dalla morsa letale di una società che lo porta alla distruzione di se stesso.
E’ un dato storico. Durante le due guerre mondiali sono morti 10 milioni di persone nella prima e 50 milioni nella seconda.
L’Arte poteva rimanere tranquilla e ricopiare le belle cose? L’ Arte precorre ciò che la storia renderà vero, l’Arte grida, la linea grida. Arte e Storia non si possono scindere
Matisse Danza 1912 1910
GEOMETRIA DI MONDRIAN
In molti dipinti di Mondrian l’uso delle linee appartenenti alla geometria euclidea comunicano un ideale di ordine e di razionalità. Anche i colori sono puri e basilari e rafforzano il messaggio delle linee.
Mondrian stesso scrive
“M’impongo di esprimere l’universale, vale a dire l’eterno (ciò che è più vicino allo spirito) e lo faccio nelle più semplici tra le forme esteriori, così da giungere ad esprimere il significato intimo”.
Molti pittori hanno imitato Mondrian, ma non avendo la stessa profondità spirituale, invece di comunicare l’essenza dell’eterno hanno fatto tovaglie e le stesse linee rette che nel primo, raggiungendo la perfezione compositiva, comunicano un certo messaggio, in questi pittori, fedeli ai loro autori, comunicano banalità.
La geometria nell’arte è sempre stata collegata a valori puri spirituali e nell’arte cristiana la geometria della figura, della composizione è sempre stata importantissima. Per secoli la ripetizione di stessi schemi geometrici ha significato il permanere della stessa mentalità religiosa, chiusa agli interessi del mondo.
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv
Per chi studia la storia dell’arte è una emozione scoprire dopo secoli di schemi geometrici bizantini del primo millennio (dal VI sec. A fin oltre il 1000) scoprire il primo disordine dell’arte gotica così legata alla vita, all’irrazionale, all’individuale, al sentimento.
La linea gotica è quanto di più imprevedibile, vivo, vario, aperto ci possa essere e ricorda molto quella degli Espressionisti, anche se certo non è così tragica.
Per spiegare questa linea occorrerebbe risalire alla storia, raccontare ciò che avvenne nei primi secoli dopo il mille, com’era la società, la mentalità, l’economia. Parlare della nascita delle città, della nascita della borghesia, della nascita delle lingue, della letteratura, degli scambi culturali, fra i vari paesi.
L’argomento è troppo complesso e ci porterebbe lontano. Valga una sola affermazione: dietro la linea del gotico c’è tutta una storia che la spiega.
La storia e la linea, la storia e lo stile sono intimamente collegati nell’analisi di un dipinto.