Sfondo storico
La Belle Époque
Grazie all’imperialismo, all’emigrazione, al protezionismo (cioè alle barriere doganali che i vari governi adottarono per proteggere i prezzi) e agli interventi pubblici nell’economia mediante sostegni economici e investimenti, all’uso di una nuova fonte di energia il petrolio, la diffusione di nuovi prodotti industriali (automobile) l’economia superò la crisi della grande depressione. Grandi transatlantici solcavano gli oceani, trasportando migliaia di passeggeri; dirigibili e aerei sfidavano i cieli, sorvolando dapprima la Manica, poi le Alpi e infine intere nazioni, tranvie elettriche e metropolitane sotteranee attraversavano le città e le campagne. Guglielmo Marconi cominciò con successo i suoi primi esperimenti di radiotelegrafia. Le città si svilupparono enormemente. Un esempio di sviluppo urbano: Milano (questa dinamicità si espresse nel Futurismo, che rappresentò il lato positivo di quest’epoca).
Ma dietro l’apparente benessere delle masse borghesi, la realtà presentava enormi problemi e numerose contraddizioni: l’industria cresceva producendo armamenti, i reali interessi economici e politici delle nazioni si scontravano fra loro, le nazionalità represse volevano raggiungere la loro indipendenza, non mancavano poi aspirazioni territoriali e ambizioni di grandezza dei singoli stati; i problemi sociali, benchè si attuassero le prime riforme di assistenza sociale (riduzione dell’orario di lavoro, pensione, assistenza sociale) e si estendesse il suffragio universale, continuavano ad essere molto gravi: rimaneva, infatti, grande il divario economico e sociale fra il proletariato, che continuava a vivere miseramente, e la borghesia, che invece riprendeva la sua ascesa economica e la sua fede nel progresso, ma temeva le crisi ricorrenti del mercato mondiale.
( l’angoscia e l’ intuizione della tragicità incombente della prima guerra mondiale venne espressa dall’Espressionismo, che sviluppò lo stile e il messaggio di Munch)
La cultura della relatività e la scoperta del tempo nell’arte figurativa
Nel primo Novecento, dopo aver approfondito la realtà oltre le forme evidenti (vedi periodo precedente) ci si rese conto che la conoscenza della realtà non dipendeva solo dall’oggetto del conoscere, ma anche dal soggetto che conosceva, dalla sua posizione e dal momento della sua conoscenza: non avevano importanza, quindi solo oggetto e soggetto, ma anche il loro tipo di relazione nello spazio e nel tempo.
Questa scoperta della relatività fu teorizzata in fisica da Einstein (1905), ma ebbe la sua espressione anche nella letteratura (Pirandello: Uno, nessuno centomila Così è se vi pare ecc.) e nell’Arte Cubista e Futurista.
Nella rappresentazione artistica venne introdotta la quarta dimensione, ossia il tempo, che la velocità dei mezzi di comunicazione aveva evidenziato nella sua importanza (velocità=spazio/tempo). Il cubismo scoperse la molteplicità dei punti di vista nello stesso tempo; il Futurismo volle addirittura rappresentare il movimento e la velocità degli uomini e degli oggetti
IL NOVECENTO NELL’ARTE
La storia del nostro secolo e gli sconvolgimenti portati dalle nuove tecnologie hanno rinnovato non soltanto le forme artistiche, ma addirittura il modo di concepire l’arte, che rappresenta idee dibattute dalla società e dalla cultura della nostra epoca.
Tipica anzitutto è la nascita di moltissimi movimenti, le cui idee a volte sono annunciate da un Manifesto. I gruppi, che possono avere vita breve o lunga, sono spesso in violenta contrapposizione tra loro. Molte volte gli artisti fanno parte successivamente di diversi gruppi, i quali non hanno più un centro geografico definito ma si estendono rapidamente a tutto il mondo industrializzato.
L’arte, come avveniva nel secolo scorso, può esprimere idee politiche, sociali, scientifiche, oppure ribellioni o atteggiamenti personali, ma può affidarsi al gioco , a ciò che è gratuito o infantile, e ispirarsi a qualsiasi espressione artistica del passato, a partire dalla preistoria. Si sviluppa nello stesso tempo con caratteristiche proprie e originali una nuova forma figurativa artistica, il cartellone pubblicitario, per l’esigenza del mercato di far conoscere i suoi prodotti e convincere il consumatore ad acquistarli.
Il colonialismo contemporaneamente aveva diffuso la conoscenza dell’Arte Negro- Africana, che ebbe in questo periodo grande influenza sull’Arte Occidentale, poiché il suo linguaggio espressivo e antirazionale ben si adattava al nuovo tipo di cultura europea.
L’Arte Negro-Africana è contemporaneamente tecnica e visione, artigianato e profezia, identità di gesti materiali e di forze spirituali; è una immersione nelle sorgenti divine dell’essere, e ripresa di contatto dell’uomo con la natura. Il fulcro degli interessi che ispirano l’arte africana è costituito dalla rappresentazione della vita, intensa, forte, dinamica, in quel rapporto di umano e sopra umano, di sensibile e sovrasensibile, che sempre è presente nell’artista e nella sua comunità tribale. Nell’arte africana, la realtà del mondo e la vita umana sono sempre considerate in rapporto con la religione e la società: essa mette a contatto l’uomo con il divino e racconta la storia della tribù , ne trasmette le credenze e i valori, ha una funzione educativa. Non è un’arte razionale, ma intensamente emotiva, e si serve di elementi figurativi non per comprendere e studiare il reale, ma per esprimere emozioni. Essa è intensamente comunicativa e simbolica. Non ama la forma armonica e aggraziata, frutto dell’intelletto o del gusto estetico delle proporzioni, ma l’evidenziazione degli elementi che considera essenziali. Ogni sua sproporzione rispetto al reale ha un significato simbolico. Si esprime soprattutto nella scultura per la sua incisività, la composizione è generalmente simmetrica, le figure sono deformate, la linea è essenziale, le forme sono tendenzialmente geometriche ma non razionali, il colore naturale, le campiture piatte o variegate. Non è considerata la prospettiva e la luce. Il chiaroscuro non segue leggi naturali.
La cultura della relatività permise più facilmente la comprensione di linguaggi artistici “primitivi” extraeuropei e il diffondersi di correnti di idee diverse tra loro.
ESPRESSIONISMO
Sviluppando le premesse di Munch, si ispirò alla violenta espressività dell’arte negra, di cui riprodusse l’essenzialità delle linee, il loro incisivo percorso, la deformazione simbolica degli uomini e degli oggetti e vi aggiunse la capacità emotiva del colore, travolgendo gli oggetti in uno spazio irreale, essendo l’uomo immerso in una realtà che non lo comprende.
“Un solo grido di angoscia sale dal nostro tempo. Anche l’arte urla nelle tenebre, chiama soccorso, invoca lo spirito: è l’espressionismo……….
L’occhio dell’impressionista sente soltanto, non parla: accoglie una domanda, non risponde.
Invece degli occhi gli impressionisti hanno due paia di orecchie ma non hanno bocca……..
Ed ecco l’espressionista riaprire all’uomo la bocca, fin troppo ascoltato tacendo, l’uomo: ora vuole che lo spirito risponda”.
Così scriveva Hermann Bahr, nel 1916 nel libro che si intitola Espressionismo. In poche righe Bahr, con una prosa essa stessa espressionista indicava le caratteristiche del movimento: una volontà esasperata di comunicazione, di espressione, che si avvaleva del colore e della linea per esaltare il tema stesso della composizione. Contrariamente all’impressionismo che si proponeva di elaborare i dati della natura, l’espressionismo accentuò prepotentemente il ruolo del soggetto, le sue emozioni, la sua interiorità.
Contrariamente al simbolismo non voleva alludere, accennare, ma esprimere compiutamente, anzi urlare le proprie verità.
Furono forse profetizzati i dieci milioni di morti della prima guerra mondiale?
CUBISMO
Il cubismo si ispirò all’essenzialità geometrica dell’arte negra a cui aggiunse la quarta dimensione: cioè un oggetto è rappresentato nella sua essenzialità geometrica da molti punti di vista contemporaneamente.
Rifiuto della rappresentazione dello spazio prospettico.
Rifiuto della visione naturalistica dell’impressionismo.
Proposta di nuova possibilità espressività.
PABLO PICASSO
Les demoiselles d’Avignon
Con l’opera Les demoiselles d’Avignon, che segnò l’inizio del cubismo, Pablo Picasso creò un vero scandalo. Da questo dipinto nacque il più rivoluzionario e radicale cambiamento nell’arte figurativa. I volti diventano maschere tribali, i corpi perdono ogni avvenenza e diventano forme piatte e rigide.
Non vi è ambiente, né spazio vivibile, nulla di umano.
La pittura non fu più rappresentazione illusionistica del reale: prospettiva , colore naturale, coerenza dei contorni degli oggetti.
Il carattere più evidente dei dipinti cubisti è la contemporaneità della rappresentazione, cioè un oggetto viene osservato da più punti di vista e dipinto in posizione successive.
Si vuole raffigurare l’oggetto nella sua totalità, esterna e interna.
Il cubismo ha tre fasi principali:
Cubismo formativo (1907 – 1909 ). Vi è una semplificazione geometrica e una riduzione delle cose a puri volumi. Vedi sopra Les damoiselles d’Avignon
Cubismo analitico ( 1909 – 1912 ) .l’oggetto è scomposto in piani minutissimi che si fondono con lo spazio circostante creando un reticolato ininterrotto.
La scomposizione è così rigorosa che alcune volte il soggetto è quasi indecifrabile.
Il colore è assente, quasi monocromo.
Ritratto di Amboise Vollard
di Pablo Picasso (1909-1910)
Cubismo sintetico ( 1912 – 1921 ). La scomposizione si semplifica i piani sono larghi e colorati le immagini sintetizzate ed essenziali. Vengono introdotti pezzi di materiale vario; il quadro non è più un’illusione del ” soggetto “, ma diventa un oggetto autonomo.
Violini di Pablo Picasso
IL FUTURISMO
Il movimento di avanguardie futurista, fondato a Milano da Filippo tommaso Marinetti nel 1909 ebbe un vero e proprio culto per la macchina e per la velocità:
Dal Manifesto del Futurismo:”Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’ automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria alata di Samotracia.”
Il futurismo ama appresentare il dinamismo della società moderna.
E’ stato un movimento culturale italiano molto avveniristico che ha coinvolto tutte le arti: letteratura, musica, arti visive e spettacolo. In un’epoca in cui l’Europa si stava rapidamente industrializzando, il futurismo esaltò la velocità della macchina , il rumore dei motori, il rombo degli aeroplani. La certezza in un continuo progresso tecnologico divenne assoluta. Il dinamismo era giustamente considerato il principio di base della vita moderna, nelle arti figurative, pittura e scultura. I futuristi cercarono in ogni modo di riprodurre il movimento, scomponendo le forme o individuando le linee forza all’interno dei corpi e degli oggetti.
Provocazione acustico-visiva
Dal punto di vista del colore vi sono suoni, rumori e odori: gialli, rossi, verdi, turchini ,azzurri e violetti.
A una sensazione ne corrisponde un’altra in un altro campo percettivo.
Dinamismo plastico
UMBERTO BOCCIONI
Alla fine del 1907 si stabilisce a Milano dove trova una base importante e decisiva per la sua ricerca artistica.
L’esperienza impressionista gli ha insegnato a scomporre i colori, quella cubista a scomporre gli oggetti, quella simbolista a considerare l’oggetto figurativo come uno stato d’animo: l’artista è pronto ad aderire al movimento futurista che sarà la più viva avanguardia internazionale in Italia.
Elasticità (1911 )
Un cavallo ed un cavaliere sono i protagonisti del quadro collegati al tema della città industriale. Figure ed ambiente si compenetrano come in un gioco di incastri, diventano anche piani curvi di luce – colore intensi le figure occupano quasi tutta la superficie, si espandono nello spazio con il movimento rotatorio: ogni forma si contrappone per ” avviluppare e trascinare lo spettatore che sarà in qualche modo guidato a lottare anche lui con i personaggi del quadro “
Tutti gli elementi del dipinto esprimono il mito dell’energia della vita moderna, e realizzano pienamente il dinamismo universale e la visione unitaria tra: ambiente – figura – atmosfera – sensazione, che sono le caratteristiche della ricerca di Boccioni.
Forme uniche nella continuità dello spazio ( 1913 ).
Umberto Boccioni ha voluto esprimere le forze vitali che muovono il corpo umano e le ha rappresentate con forme plastiche che significano il movimento interno alla muscolatura durante lo sforzo.
La linea – forza .
Con una concezione assolutamente moderna, Boccioni ha individuato la linea della forza o dell’energia del moto. Questa linea immaginaria crea forme plastiche che nell’intenzione dello scultore esprimono la continuità del movimento nello spazio. La statua non è una forma chiusa, ma aperta.